Sulle orme di Palpatine

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Una risata nel buio. E’ tutto quello che è servito a Star Wars: The Rise of Skywalker per suscitare il più grande shock. Uno shock che nemmeno il titolo, la Morte Nera o le altre rivelazioni del suo primo trailer potevano reggere al confronto. Sheev Palpatine, Darth Sidious, l’Imperatore Palpatine, chiamatelo come volete: è tornato. Ed è un momento che è stato pianificato.

(e’ un post un po’ lungo, lo metto sotto il salto…)

La resurrezione dell’imperatore Palpatine, dopo il suo viaggio nel pozzo di un reattore prontamente fatto pezzi, potrebbe sembrare uscito dal nulla. In apparenza potrebbe anche sembrare che Star Wars stia tornando ai suoi impulsi più facili, alla poesia ciclica in cui il presente riecheggia costantemente del passato, a una nostalgia con cui il franchise lotta da sempre. Ma l’idea di un Palpatine redivivo è in circolazione da decenni, sia nel contesto del vecchio Universo Espanso, sia nei piani di Lucasfilm per la trilogia sequel che risale allo sviluppo di TFA, una cosa che la presidentessa della Lucasfilm Kathleen Kennedy ha confermato alla stampa. Il nuovo canone di Star Wars stava lentamente, ma in silenzio, ponendo le basi per il ritorno di un cattivo che ha perseguitato la Saga Skywalker fin dall’inizio.

Questo è ciò che l’imperatore Palpatine ha lasciato: non solo i suoi piani e le sue speranze, ma una galassia di Star Wars molto più mistica e magica di quanto avremmo potuto pensare. Una in cui la tragedia di Darth Plagueis potrebbe essere meno di una leggenda, e più di una realtà.

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La seconda Morte Nera

La distruzione della seconda Morte Nera fu certamente esplosiva, ma non fu totale: l’attacco decisivo della Ribellione nel suo nucleo spezzò la stazione da battaglia in enormi rottami, scarti, e parti proiettate nello spazio sopra Endor e, a giudicare dal trailer di The Rise of Skywalker, precipitate in mondi intorno e oltre.

Le rovine della Morte Nera originariamente dovevano apparire in TFA, sempre parzialmente affondate come sembrano essere in The Rise of Skywalker. Sarebbero state la dimora dei resti sommersi della torre dell’Imperatore e al suo interno della mistica mappa di Luke Skywalker che la Resistenza e il Primo Ordine stavano inseguendo. Non vi è più bisogno ora, naturalmente, ma questo ci conferma che le basi operative di Palpatine nascondono artefatti e mappe per punti focali della Forza. Un’idea che è stata già ripresa.

Progetto Cinder

E’ stato introdotto per la prima volta nella miniserie della Marvel Comics L’impero a pezzi e poi sviluppato nella campagna narrativa per Battlefront II. Se molte macchinazioni di Palpatine riguardavano la rinascita, Project Cinder si occupava della distruzione. Attuato come quello che inizialmente sembrava un “vai a cagare” postumo alla Ribellione che lo aveva sconfitto, Project Cinder era un piano consegnato ad ammiragli imperiali di alto rango per attivare satelliti sopra i pianeti chiave dell’Impero. Essi avrebbero agitato gli ambienti di quei mondi in un modo tale che tutta la vita su di loro sarebbe stata spazzata via, Imperiali e Ribelli allo stesso tempo.

Era, almeno per gli Imperiali sopravvissuti, la dimostrazione finale della dottrina Tarkin:  una paura così profonda che i pianeti imperiali sfuggiti alle sue calamità non avrebbero mai osato unirsi alla nascente Nuova Repubblica. E un promemoria agli aspiranti ribelli della potenza dell’Impero, anche senza il suo governante. Ma in realtà, Cinder aveva lo scopo di aiutare a spazzare via completamente la lista dei resti imperiali dalla mappa e accelerare una distruzione che Palpatine aveva programmato prima della sua stessa morte, una che avrebbe permesso a determinati sopravvissuti di fuggire e riforgiare un nuovo e migliore Impero altrove.

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Gli osservatori

Un’altra idea vista in Battlefront II (e apparso nella trilogia dei romanzi di Aftermath), è che Palpatine conservava dozzine di collezioni di reliquie potenti nella Forza in misteriosi osservatori in giro per la galassia. Erano collegati alla ricerca della vera fonte del Lato Oscuro oltre l’Orlo Esterno. Di questi osservatori ne conosciamo due. Battlefront II ci ha introdotto al primo, all’osservatorio di Pillio, dove Luke Skywalker trovò la bussola che lo avrebbe guidato al primo tempio Jedi su Ahch-To e a un promemoria sul fatto che Palpatine era interessato alla Forza in tutti i suoi spettri, sia Luce che Oscurità.

Il secondo, scoperto in Aftermath: Life Debt e Aftermath: Empire’s End, era niente di meno che su Jakku, e ospitava abbastanza reliquie della Forza che Palpatine (o qualcuno ai suoi ordini) poteva gettarli nel nucleo e fare a pezzi il pianeta. (piano di emergenza richiesto a Gallius Rax nel tentativo di spazzare via il resto delle truppe imperiali e della Nuova Repubblica in un unico colpo esplosivo).

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L’Eclipse

Negli anni successivi alla morte dell’Imperatore, il numero delle navi capitali dell’Impero diminuì rapidamente: scesero da 13 Super Star Destroyer a un solo, il Ravager. Ma il più importante di tutti, l’Eclipse, non fu distrutto come si era pensato. Come si fa a perdere un Super Star Destroyer? In realtà non si è perso. L’Eclipse, l’ammiraglia di Palpatine, fu deliberatamente mandata in una missione che sarebbe sopravvissuta al suo padrone.

In Life Dept e Empire’s End, scopriamo che Palpatine aveva impiegato anni a calcolare le coordinate che alla fine conducevano nelle Regioni Sconosciute, affidando all’Eclipse il viaggio per scoprire ciò che Palpatine considerava un punto focale di potere della Forza. L’Eclipse ce l’ha fatta là fuori, ma Palpatine no, ed è servita come base di partenza per i rimanenti elementi dell’Impero dopo la Battaglia di Jakku, e rinascere come Primo Ordine. E’ lecito ritenere che l’Eclipse non abbia solo preservato la forza militare per dirigersi verso le Regioni Ignote, ma anche diversi artefatti della Forza, destinati a Palpatine e al suo nuovo Impero, una volta raggiunta la destinazione.

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Il mondo tra i mondi

Tutto ciò di cui abbiamo parlato finora è stato, nonostante sia inondato dalla mistica Forza, di oggetti materiali, artefatti, materie prime, forza lavoro, tutti gli elementi per ricostruire un Impero. Ma queste cose come possono aiutare a ricostruire un singolo uomo? Non conosciamo l’entità del potere delle reliquie nella vasta collezione di oggetti sensibili alla Forza di Palpatine, ma la serie TV Star Wars: Rebels ci ha presentato un concetto che potrebbe forse collegarsi più direttamente alla risurrezione di Palpatine, o meglio tecnicamente, al suo ritorno: il viaggio nel tempo tramite la Forza.

Scoperto dall’Impero per conto di Palpatine nelle profondità del Tempio Jedi su Lothal, il Mondo tra i Mondi esiste fuori dal tempo e dallo spazio, ed è un punto nevralgico di tutti i momenti a cui non solo si può assistere, ma anche accede e, con sufficiente Forza, manipolate per salvare la gente da un destino apparentemente certo. Rebels ha spiegato l’idea che per poter accedere al Mondo tra i Mondi, si doveva essere puri nel modo in cui si usa la Forza. Palpatine ci ha provato, ma non riuscendo a navigarci nel modo in cui riusciva Ezra, ha tentato di accedervi attraverso Ezra stesso. Motivo per cui Ezra alla fine sceglie di distruggere il portale su Lothal.

Da quella volta abbiamo scoperto che non solo ci sono diversi modi per accedere al Mondo tra i Mondi, ma anche che non serve essere necessariamente legati alla Luce come ci suggeriva Rebels.

La parte finale della serie di Charles Soule e Giuseppe Camuncoli, Darth Vader, ci fa scoprire la creazione del famigerato castello di Darth Vader che si intravede per la prima volta in Rogue One. Vader lo costruisce con l’aiuto dello spirito della Forza di un antico Sith di nome Momin (che era morto un numero incalcolabile di anni prima degli eventi dei film di Star Wars) su un punto focale di energia Oscura su Mustafar. Il castello fu progettato in una maniera tale da cercare di canalizzare tutto quel potere nel tentativo di trovare un modo per far risorgere Padmé Amidala.

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Anche se Vader non ci è riuscito con Padmé, le forze che lui e Momin hanno usato hanno funzionato! Momin tradisce Vader e riesce a tirarsi fuori da un periodo precedente alla sua morte secoli prima e arrivare nel presente. Vader uccide quasi immediatamente il Sith “risuscitato” e tenta di accedere al piano di esistenza che si era aperto.
Questo conferma almeno una cosa: il Mondo tra i Mondi, o qualcosa del genere, esiste anche in un modo in cui gli adepti del Lato Oscuro possono accedervi, ed esiste in più di un posto nella galassia. Se Palpatine alla fine ha trovato un posto dove usarlo (o forse la missione dell’Eclipse era proprio trovare il potere per accedere al Mondo tra i Mondi) e ha trovato il modo di aggirare la sua morte, questa potrebbe essere la risposta al suo ritorno.

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Paura dello Sconosciuto (Regioni)

Ma a cosa è servita tutta questa meticolosa pianificazione e come sfruttarla in The Rise of Skywalker? Palpatine era spaventato e incuriosito da alcuni misteriosi poteri del Lato Oscuro che arrivavano da oltre la galassia, nelle Regioni Sconosciute. Luoghi da cui provengono i Chiss, come Thrawn. Un personaggio che è a conoscenza di una qualche minaccia che la sua stessa gente era non preparata a affrontare. Le Regioni Sconosciute, il luogo in cui è stato forgiato gran parte del Primo Ordine come lo conosciamo.

Tutti questi artefatti, tutti questi aggiustamenti e persino l’auto-immolazione accelerata dei resti del suo stesso Impero, erano tutti progettati per spingere la nascita di un nuovo ordine in quelle regioni, costruito attorno alla ricerca del potere di controllare o affrontare qualsiasi cosa fosse nascosta là fuori. Anche con la morte di Palpatine, quei piani sono continuati e ora la scacchiera è pronta e ha solo bisogno di un prestanome.

L’ultima volta che l’universo di Star Wars ha resuscitato Palpatine in Dark Empire, lo ha fatto attraverso la scienza, in particolare la clonazione, uno stratagemma che se usato sarebbe troppo prevedibile per i film. Ma da quel poco che possiamo immaginare di questo ultimo tentativo (se davvero sta nel riportare indietro Palpatine come persona fisica, piuttosto che come spirito della Forza, per ora prerogativa del Lato Chiaro) Star Wars sta forse gettando le basi per un ritorno molto più mistico e magico. Uno intriso di una Forza come un’entità molto più potente (e molto più strana) di quanto avremmo potuto immaginare, allo stesso modo nelle mani di Jedi e Sith.

(Tradotto e adattato dall’articolo originale X)

Commento veloce

Questo articolo è davvero interessante e riassume molto bene quello che sappiamo dei piani di Palpatine. Ci illustra in modo chiaro una serie di antefatti che possono spiegare in modo plausibile il ritorno dell’Imperatore.

SPoilers!

In realtà, leggendo la parte sul fumetto di Darth Vader, non ho potuto fare a meno di pensare anche gli ultimi rumor che girano su Kylo Ren in Episodio IX. Se il castello su Mustafar è una gigantesca macchina costruita per riportare in vita i morti, immagino che prima o poi verrà usata. Ma su chi?
Come e se questi “metodi” per riportare in vita saranno usati (anche con lo stratagemma del viaggio del tempo), ancora lo ignoriamo.

Il tema della vita, della morte, dell’immortalità e della resurrezione sembrano essere il fulcro di questo film. 

Spero solo che se sarà questa la strada che J.J. ha deciso di percorrere, sia fatto in modo credibile. Incrociamo le dita.

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