Le Leggende di Luke Skywalker

Questo libro mi ha piacevolmente sopreso per la qualità della scrittura (non per nulla è scritto dal pluripremiato Ken Liu). E’ stata davvero una lettura leggera che mi ha lasciato di buon umore dopo ogni storia.

Su Luke Skywalker se ne dicono tante e questo libro prende come pretesto il viaggio di una lentissima nave cargo, diretta a Canto Bight, per far raccontare ai membri dell’equipaggio quello che hanno sentito sul conto dell’eroe della Ribellione.

— spoilers dopo il salto —

Il cimitero delle astronavi

E’ narrato dal punto di vista di un soldato imperiale che precipita su Jakku durante la già nota battaglia che ha sancito la fine dell’Impero Galattico. Il soldato sopravvive allo schianto del guscio di salvataggio e viene soccorso da un uomo che sembra poco più che un mendicante.

Il soldato comincia credere che quella strana persona che lo ha soccorso sia proprio lui, il grande Jedi ricercato. Dopo un viaggio pieno di pericoli, Luke lo salva e il soldato torna dai suoi superiori. Lì viene interrogato, ma nessuno gli crede quando dice di essere stato salvato da Luke Skywalker, anzi. Esiliato, l’uomo torna su Jakku, diventa un mercante di rottami e non può fare a meno che immaginare Luke Skywalker combattere per il bene della Galassia.

Commento: Sì è parlato, prima dell’uscita di Gli Ultimi Jedi, di come Luke fosse diventato talmente potente da poter tirar giù uno Star Destroyer. Ecco, qui abbiamo proprio l’accenno a quella diceria. Il soldato imperiale, nel momento in cui la nave precipita, ha questo momento di allucinazioni dovute allo shock in cui pensa di vedere Luke che abbatte proprio gli Star Destroyer.

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A pesca nel diluvio

Luke è sul pianeta Lew’el in cerca di civiltà che custodiscono una propria cultura sulla Forza. Una volta saputo lo scopo dell’arrivo di Luke, l’anziana Kailla non è molto incline a condividere la propria conoscenza della Forza.

Prima di tutto la chiamano la Marea e la sentono, la seguono, ma non la usano. I loro antenati l’avevano fatto e questo portò loro solo sofferenza. Luke, capendo che parlavano del Lato Oscuro, cercò ancora di farsi spiegare, ma riesce solo a farsi dire che non fanno questo distinguo, per loro è una cosa unica in cui Lato Chiaro e Lato Oscuro sono solo il flusso e il reflusso di un unico mare. Ecco perché la Marea. Vivono non sfruttando la Forza, in modo naturale e in completo contatto con la natura. Luke non riesce a capire come fanno a tramandare la conoscenza della Forza senza insegnare nulla sull’ usarla. L’anziana gli spiega che solo quando un individuo si dimostra libero del desiderio di padroneggiarla, allora può accedere agli insegnamenti.

Alla fine danno a Luke una possibilità di capire come loro convivono con la Marea, concedendogli di affrontare le prove che i loro “force sensitive” devono affrontare per mostrarsi degni.

Luke sostiene queste prove accompagnato da una ragazza, Aya. Per Luke non è semplice perché in pratica, deve disinparare tutto quello che ha imparato sulla Forza, non doveva cercare di dominarla, ma affidarcisi totalmente. Alla fine Luke fallisce, ma impara che quando Yoda diceva “ Fare o non fare.” anche il “non fare” e affidarsi alla Forza era un modo per eccellere. 

Questa vicenda si lega con il presente della storia, perché chi la racconta è proprio la ragazzina che ha accompagnato Luke nelle prove e che, dopo averlo incontrato, ha deciso che voleva vedere la Galassia.

Commento: E’ la storia che ci racconta come Luke, cercando conoscenze sulla Forza, capisce che in realtà è tutto parte di una stessa entità, tutto legato. Un equilibrio. E che dominare la Forza non è sempre necessario, spesso basta solo lasciarsi andare. Una bella lezione per un Luke forse troppo sicuro di sé.

Cose che troviamo in Gli Ultimi Jedi. Una delle prove consiste nel pescare un particolare pesce con una lancia lunghissima, dal dorso di una specie di uccello enorme. Un’abilità che gli è tornata utile in Gli Ultimi Jedi, quando pesca col gigantesco arpione. In entrambi i casi l’abilità non è individuare la preda e puntarla, ma lanciare l’arpione confidando che la Forza ti faccia trovare lì un pesce.

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Io, Droide

Questa volta è il turno del droide, che racconta di come Luke Skywalker abbia salvato un numero imprecisato numero di droidi schiavi da una morte atroce.

Inizia raccontando di una banda di criminali i cui affari ruotavano attorno al rapire e schiavizzare droidi per impiegarli in una preziosa miniera, l’Abisso, che ha però un ambiente talmente tossico che li corrode a grande velocità. Il povero droide era stato rapito e gli avevano installato un programma che l’aveva trasformato in un guardiano all’interno della miniera, anche se la sua programmazione iniziale era sempre cosciente. Insieme a lui erano stati rapiti e utilizzati nella miniera anche R2-D2 e C-3P0. Purtroppo sembrava che non ci fosse nessuna via d’uscita, nessuna possibilità di evasione e persino R2-D2 si stava rassegnando alla morte per corrosione che lo stava già logorando.

E’ questo il momento in cui arriva un nuovo carico di schiavi tra cui un Luke Skywalker travestito da droide. Il Jedi riesce a salvare i suoi droidi e a salvare tutti gli altri, facendo saltare con la Forza il minuscolo meccanismo di costrizione installato su ogni robot, e infine assicurando alla giustizia tutti i criminali.

Commento: E’ un racconto che ci fa capire a che livello di precisione Luke possa operare con la Forza e come il cuore generoso non faccia distinzione tra esseri viventi e droidi.

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Il racconto di Lugubrious Mote

Il racconto più strano in assoluto è questo. Parla di un pulce. Una pulce-talpa kowakiana, una razza senziente e intelligente. E’ una pulce che vive stabilmente su Salacius B. Crumb, la scimmetta spelacchiata che campeggia accanto trono di Jabba. Lugubrious racconta dal suo punto di vista tutto il salvataggio di Han Solo da parte di Leia e Luke. Esilarante il momento in cui la pulce decide di dare una mano a Luke saltandogli tra i capelli e, comandandolo come il topino di Ratatuille, lo porta alla vittoria contro il Rancor (secondo lei). Imperdibile!

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Grosso dentro

Luke e la sua malaugurata compagna di viaggio, una studentessa di biologia, finiscono come Han e Leia in ESB, nella bocca di un limaccia spaziale. Peccato però che loro non riescono a fuggire prima che la bocca si chiuda! La biologa spiega che le limacce sono animali che si nutrono pochissimo e una volta aver “cacciato” possono passare decine di anni prima che aprano di nuovo la bocca.

Luke però non si dà per vinto, e insieme intraprendono un viaggio all’interno del mostruoso animale, guidati da strane scritte lasciate da qualcuno che era rimasto lì come loro. Il viaggio ricorda Viaggio al centro della Terra, con ambienti diversi, creature strane e tanti pericoli. Non si capisce quanto tempo passino all’interno del gigantesco animale ma alla fine, seguendo le scritte,  arrivano in un ambiente con tre figure pietrificate. Luke sente qualcosa da queste statue e riesce, toccandole, a entrarci in contatto.

Erano tre tessitori della Foschia, l’antico nome che la loro specie dava alla Forza. Intrappolati, come loro nella creatura, per sopravvivere si erano creati un bozzolo di Forza che li aveva protetti separandoli dal tempo che trascorreva: mentre fuori passavano eoni, per loro passavano secondi.

Col tempo si erano dimenticati tutto, ma ora con l’arrivo di Luke, avevano di nuovo uno scopo. Volevano salvarli, ma gli sarebbe costato la vita. Luke è restio ad accettare, ha già visto tanti sacrifici (ricorda dolorosamente quello di Obi-Wan) e non vuole essere la causa di un’altro. Alla fine, anche e soprattutto per salvare la malcapitata compagna, accetta. L’apertura dei bozzoli provoca un’esplosione che apre un’ uscita. I due, finalmente, possono tornare a casa.

Commento: Nella storia Luke ripensa all’esperienza con queste conclusioni:

Una riflessione emblematica se si pensa al sacrificio di Luke in Gli Ultimi Jedi per Ben.

😢😢


In realtà c’è ancora un episodio, L’acchiappafandonie. E’ il
primo ed è una versione in chiave saltimbanchi del vecchio West,
divertentissima, degli avvenimenti di Una Nuova Speranza. E’ il racconto
più esilarante di tutti, ma sarebbe come fare il riassunto di una
barzelletta. Non avrebbe senso.

 

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