CONSIDERAZIONI FINALI SULLA DINAMICA REY/REN

LA
VENDITRICE DI ROTTAMI E IL MOSTRO

In
quest’ultima parte, focalizzerò l’attenzione su come ci è stata
presentata la dinamica fra Rey e Ren e sul perché loro due sono
stati posizionati come figure centrali che
evolveranno insieme in questa trilogia.

All’inizio del film, Ren ci
viene presentato come “villain”, in cerca della mappa per Luke
Skywalker in un piccolo villaggio su Jakku. Qui incontra Lor San
Tekka
, che avendolo conosciuto in precedenza, gli ricorda che lui è
nato dalla Luce, non dal Primo Ordine. Dopo aver sentito nominare la
sua famiglia, lo fa fuori senza nessuno scrupolo. Agisce in modo
sconsiderato, mostrandosi indifferente alle sue origini. Il suo arco
narrativo ne “Il risveglio della forza” non si risolve con uno
sviluppo, bensì lo porta a toccare il punto più basso.

La caratterizzazione di Ren
serve come scenario per mostrare il suo progressivo disfarsi.
All’inizio ci sembra un altro Darth Vader, ma in realtà non è per
niente come lui. Quell’uomo sicuro di sé viene subito lavato via.
Ren è in costante subbuglio, dilaniato dai due lati della Forza che
possiede. Prega davanti all’elmetto del nonno per cercare la
sicurezza, i suoi pugni sempre chiusi in segno di rabbia. È solo, ha
paura ed ha dolori fisici ed emotivi, è molto lontano dalla pace
interiore.

Durante
tutto il film, è chiara la sua determinatezza nel cercare la mappa.
L’implicazione è quella di avere “interessi personali” e di
non seguire con precisione gli ordini di Snoke. Ciò
nonostante, appare evidente anche una strana ossessione: “la
ragazza”.

Una volta atterrato su
Takodana, ha la mappa praticamente sotto il naso ma se la lascia
scappare per seguire qualcun altro. È qui che si definisce la
dinamica, Kylo Ren diventa la Bestia di Rey.

Rey è la nostra eroina, da
subito viene legata, connessa alla famiglia Skywalker. Ha subito a
disposizione il Millennium Falcon, viene guidata dalla figura
paterna/mentore Han Solo, la spada, l’abbraccio di Leia ed infine
trova Luke. Quando trova la spada e la tocca, viene risucchiata in
una visione, definita un trip di acidi da JJ Abrams, che le mostra
passato, presente e futuro della spada stessa. Bespin, Cloud City,
Luke vicino a quello che sembra un incendio, il momento del suo
abbandono, un campo di battaglia nella pioggia e una foresta
innevata. Durante il Forceback, viene perseguitata dalla figura di un
cavaliere che rappresenta tutto ciò lei contrasta, il suo peggior
incubo nella forma di un mostro senza volto. Nella foresta di
Takodana, lei e il misterioso cavaliere, le cui vite ormai sono state
misteriosamente intrecciate, si incontrano la prima volta.

Come
ho fatto notare nel primo saggio che ho pubblicato, le foreste hanno
un significato molto particolare nelle fiabe. Proprio
in questi luoghi, per l’eroina è un momento specifico. Le
foreste, infatti, simboleggiano, non solo il luogo dell’ignoto e
della paura (vedi Hansel e Gretel abbandonati dai genitori nel bosco
= paura dell’abbandono), ma sono anche una metafora
dell’inevitabilità della maturazione di una ragazza e simbolo
arcaico della sessualità maschile.


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La
scena dell’interrogatorio (a mio parere la più importante del
film, su cui si può scrivere ancora altro, spero di riuscirci) Kylo Ren vede dormire Rey, accovacciato come un bambino. C’è
un senso di sottomissione, con Rey assopita davanti a lui.
All’improvviso lei si sveglia ed è qui che si mette in chiaro la
dinamica eroina/cattivo. È qui che vengono scolpite le figure de La
Bella e la Bestia
(l’animus
si rivela all’anima).

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Questa
scena si propone come metafora del potere dell’equilibrio nelle sue
varie forme: potere femminile, potere maschile, potere della Forza,
potere mentale, potere fisico, potere emotivo e, forse
il più
pericoloso, potere sessuale
. Kylo Ren guarda il viso di Rey, le sue
labbra, il suo corpo, mentre fanno a gara a chi conosce più
caratteristiche tecniche dei droidi. Per
lei, toglie l’elmetto, la sua maschera, la sua protezione contro la
vulnerabilità, la sua linea di difesa, solo per lei. Abbandona
momentaneamente la ricerca della mappa per frugare nei pensieri di
Rey, scoprendo che hanno le stesse paure, che si identifica in lei.
Il suo linguaggio del corpo e le sue azioni lo ingannano. È attratto
da lei in qualche modo, fisico, mentale o attraverso la Luce che lei
rappresenta. Kylo Ren è indubbiamente sedotto da Rey. C’è
sicuramente una strana intimità fra i due, entrambi scoprono le
paure dell’altro. Davanti a lei il pubblico comprende che non è
una creatura ma un uomo vulnerabile. Si crea una connessione, un
legame nella Forza fra Rey e Ren, lui la rassicura (“don’t be
afraid, I feel it, too”) ed è grazie ad essa che Rey riesce ad
entrare a sua volta nella memoria di Ren per scoprire la sua paura
più profonda. C’è questo gioco di potere, uomo dominante, donna
sottomessa che poi si trasforma in donna dominante, uomo sottomesso,
ha fatto rizzare i peli a
molti. Addirittura i critici del Time Magazine se ne sono accorti,
scrivendo di aver percepito “tensione sessuale fra i due, come una
sonata di
theremin che solo loro due possono sentire
”.

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Il
resto del film non fa che cementare la sua fissazione per “la
ragazza”. Dopo aver commesso il più orrido dei crimini, il
parricidio, la insegue nella foresta innevata della Starkiller. È un
ammasso caotico, incredulo del folle gesto che ha appena compiuto, in
preda alla follia del lato oscuro, si provoca dolore battendosi i
pugni sulla ferita inflitta dalla baionetta di Chewbacca,
lontanissimo da ciò che dovrebbe essere. Pensava di eradicare la
luce che lo tormentava in lui uccidendo il padre, ma Han è morto
amando il figlio e sperando che un giorno possa perdonarlo a sua
volta (per cosa, non sappiamo ancora).

Si proietta su di loro,
gridando “traditore!” a Finn e “Han Solo non può salvarti” a
Rey, come se parlasse a se stesso. Atterra Finn, in modo quasi
sadistico, prima giocandoci con lui, poi viene punzecchiato e con una
sciabolata, lo lascia a terra mezzo morto. Rey chiama la spada ed
inizia la danza. Ren vuole solamente la spada indietro, è chiaro che
c’è un trattamento diverso nei suoi confronti, fin quando non si
trovano sul ciglio del burrone e qui ha un lapsus freudiano:” hai
bisogno di un Maestro, posso mostrarti le vie della Forza!”. Non
avrebbe dovuto dire Lato Oscuro?

Il pendio che li separa non è
altro che una metafora di ciò di cui hanno bisogno per vincere la
loro separazione fisica e metafisica che, per il momento, impedisce
loro di essere uniti.

LA SPOSA E IL MOSTRO


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Il Mostro

  • distruttivo,
    sconsiderato,
    immaturo, narcisista, egoista, caotico;
  • figlio
    in egual misura di amore e guerra;
  • nato da retaggio nobile
    (madre Principessa);
  • dannato dalla nascita con la
    mostruosità, o per colpa di un genitore (solitamente la madre) o
    per mano sua;
  • la dannazione e le
    motivazioni del mostro sono solitamente offuscate dalla vendetta;
  • costretto a sfogare le sue
    frustrazioni interne aggredendo l’ambiente che lo circonda;
  • la loro vera identità è
    nascosta nell’ombra (elmetto);
  • circondato da doppia immagine
    di ghiaccio e fuoco (qualità di rabbia che vacilla fra scoppi d’ira
    e impassibilità gelida);
  • si infatua immediatamente
    dell’eroina e la rapisce per portarla nella sua prigione personale
    (diverso dalla stanza in cui viene portato Poe);
  • è estremamente geloso delle
    relazioni dell’eroina con persone del sesso opposto, che siano
    nelle fazioni amiche o nemiche (vedi Finn, ci metterei anche Han
    Solo);
  • si rivela essere di
    bell’aspetto sotto un’apparenza mostruosa;
  • ripetutamente chiamato
    “mostro” e “creatura” dall’eroina;
  • cerca di convincere l’eroina
    che è l’opposto di ciò che lei crede che sia;
  • fallisce nel tentativo di
    farle riconoscere la sua vera natura perché, al momento, è
    “cieco”; non capisce che lei non può far altro che rispondere
    alle sue azioni e apparenze in assenza di qualsiasi tipo di
    conoscenza che possa renderlo redimibile ai suoi occhi;
  • offre all’eroina ricchezza,
    autorità e potere (conoscenze magiche e spirituali, vedi “You
    need a teacher! I can show you the ways to the Force!”) in cambio
    dell’isolamento dal mondo esterno;
  • in presenza dell’eroina è
    controllato e calmo ma appena è lontana da lei, la sua rabbia
    ritorna (calma quando la interroga, rabbia quando scopre che è
    scappata);
  • dopo essersi rivelato e, di
    conseguenza, respinto dall’eroina, il mostro corre subito da una
    figura materna possessiva (sapevate che nelle prime bozze, Snoke
    doveva essere una donna?);
  • viene bruciato/ferito
    dall’eroina in conseguenza alla rivelazione della sua vera natura,
    il marchio è importante affinché il mostro si ricordi del suo
    fallimento.

L’eroina

  • alla
    buona, umile, piena di speranza, forte, curiosa, fin troppo saggia
    per la sua età;
  • è l’opposto del mostro
    (bellezza esterna/calma interiore contro interno
    passionale/mostruosità esterna);
  • relativamente
    povera (solitamente
    è la più giovane della famiglia), comprende il valore del duro
    lavoro;
  • ha nostalgia delle cose che
    non ha mai avuto (avventura, essere accettata da una famiglia o
    dalla comunità);
  • vive isolata ed è molto
    possessiva sia della sua integrità che delle persone che le stanno
    a cuore;
  • è autodidatta e usa ciò che
    ha imparato per l’avventura (sappiamo da un libro che Rey ha
    imparato a pilotare grazie ad un simulatore trovato tra le macerie)
    e per superare la sua solitudine;
  • lotta contro il problema del
    rifiuto e con chi è fissato con le sue apparenze piuttosto che con
    la sua forza interiore;
  • rifiuta le relazioni a lungo
    termine (altri spasimanti) per prendersi cura della sua famiglia
    (per evitare delusioni);
  • bloccata nel perpetuo e
    sterile ambiente che è la sua infanzia;
  • idealizza una figura
    genitoriale assente (solitamente il padre, ecco perché idolatra Han
    da subito) da cui viene distaccata prima che inizi l’avventura nel
    mondo esterno. Usa la speranza di una riconciliazione col padre come
    fonte di forza e motivazione;
  • non si aspetta molto dagli
    altri per non rimanerci male in casi di tradimenti o fallimenti;
  • ha
    un’innata capacità
    alla clemenza e al perdono, ma non è affatto ingenua;
  • abbandonata dalla sua
    famiglia, la sua vita viene offerta come sacrificio per un rito
    divino, forzando la sua iniziazione al reame del mistero e della
    spiritualità;
  • non
    per sua colpa né per sua volontà viene immediatamente legata al
    mostro in modo metafisico, ad esempio attraverso una
    conoscenza formatasi nell’ombra/di notte o indicato
    alternativamente nei sogni e visioni.

Ecco la natura di Rey e Ren,
equi e con un viaggio comune verso la fine di tutte le guerre…


E RICORDATE BENE:

Anakin:” don’t be
afraid

Padmé:” I’m not afraid
to die”

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Han:” You’re afraid

Leia:” Afraid? I’m
not afraid!”

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Ben:” don’t be afraid,
I feel it, too”

Rey:” you…you are afraid!”

BACIO?


Volevo ringraziare tantissimo alcune persone che mi hanno aiutata nella ricerca e mi hanno lasciato tradurre i loro saggi, persone qualificate e studiose del genere: @frolickingfizzgig e @ashesforfoxes

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Potete trovare il resto dei loro lavori originali qui e qui



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