Aftermath: Empire’s End – L’importanza di Jakku

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Aftermath: Empire’s End è l’ultimo libro della trilogia Aftermath scritto da Chuck Wendig. In questo post non parleremo tanto della trama, ma sopratutto di un pianeta desertico trattato come una discarica…

“Perché vogliono tutti tornare su Jakku?” si chiede in continuazione Finn in Il Risveglio della Forza.

Perchè il pianeta Jakku è importantissimo!

Nel libro è esplicito come lo stesso imperatore Palpatine lo abbia ritenuto un pianeta cruciale, tanto da esserene parte integrante nel piano di contingenza in caso di sconfitta totale dell’Impero. Jakku è stato scelto perché è in una posizione geografica ottimale per osservare le Regioni Ignote, nella parte ovest della Galassia. Come vicino ha il pianeta Jedha, con le sue ricchezze in cristalli kyber e sede della Chiesa della Forza, recentemente apparso in Rogue One.

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(Mappa intera della Galassia in HD)

Nello Star Wars Databank è specificato che Jakku era un punto di salto iperspaziale per le Regioni Ignote della Galassia. E’ altresì noto come, dopo la disfatta dell’Impero Galattico, militari e simpatizzanti si siano rifugiati in questi luoghi poco conosciuti per poi riorganizzarsi sotto forma del Primo Ordine. Già altre pubblicazioni ufficiali di Star Wars ci descrivono Jakku come ex base imperiale sede di un non ben identificato laboratorio di ricerca. Empire’s End ci dà finalmente modo di identificarlo: è l’Osservatorio.

“Si tratta di uno dei tanti sparsi per la galassia. Sono tutti laboratori, in un certo senso, e tutti loro puntano oltre i margini della galassia in direzioni diverse.” “Palpatine ha iniziato a installare gli osservatori prima dell’inizio dell’Impero Galattico, dando ad ognuno uno scopo: alcuni sono stati pensati per ospitare antichi artefatti Sith, altri progettati per ospitare gli schemi di potenti armi (o le armi stesse), altri ancora intesi come carceri che sfruttavano la vita di quelli catturati per una strana varietà di scopi”

“Questo, l’Osservatorio Jakku, ha una sua funzione, fa parte della Contingenza”

Gli osservatori si servono di computer quantici con una tecnologia estremamente avanzata in grado di analizzare pianeti, comparando la loro composizione a modelli esistenti, a lunghissima distanza. E’ molto difficile sottrarsi al loro scrutinio: o ci si sposta oltre il raggio d’azione o usa uno smorzatore quantico. Abbiamo anche una descrizione dell’interno dell’Osservatorio:

“Più avanti, il corridoio si apre in una camera ottagonale. Al centro di esso c’è lo stesso impianto di sistemi informatici, ma non come quelle presenti su uno Star Destroyer o addirittura la Morte Nera. No, si tratta di antichi meccanismi computazionali di una civiltà precedente. Precisamente di quando, Rax non sapeva. La Vecchia Repubblica? L’Impero Sith? Non lo sapeva e non gli importava. La loro storia era irrilevante.”

“Sopra i computer c’era la proiezione di una mappa stellare tridimensionale che non assomigliava a nessuna mappa conosciuta nella galassia. Il che aveva un senso, dato che non rappresentava la galassia conosciuta, no? Per decenni, questi computer sono stati impegnati a computare i dati di un viaggio. Al di fuori della galassia conosciuta c’era un’infinità inesplorata, aveva spiegato Palpatine, inaccessibile a causa di un labirinto di tempeste solari, magnetosfere selvagge, buchi neri, pozzi di gravità, e cose ancora più strane. Chiunque abbia cercato di conquistare quel labirinto non è sopravvissuto. Le navi sparirono, o vennero restituite alla galassia prive di viaggiatori. Le comunicazioni da quegli esploratori erano incomprensibili, passate attraverso tanta statica da renderne il contenuto inutile, o riempite con tanto inutile balbettio da far perfettamente capire che l’esploratore era diventato completamente pazzo, là fuori in isolamento. Ma Palpatine aveva uno che sapeva qualcosa delle Regioni Ignote: l’ammiraglio Thrawn, un alieno con la pelle blu ghiaccio che veniva da oltre i confini della galassia conosciuta. Palpatine lo aveva tenuto solo per ciò che sapeva nell’attraversare questi interstizi mortali. Molto di quello che Thrawn sapeva fu inserito nei calcoli di questa macchina.

E’ chiaro come l’Imperatore abbia costruito meticolosamente questo osservatorio, riempiendolo delle macchine più potenti (e paradossalmente anche più antiche) che aveva disposizione. Anche la conoscenza dell’ambizioso stratega Thraw è fondamentale in questo frangente. Tutto volto allo scopo di trovare una rotta sicura per viaggiare nelle Regioni Ignote.
La domanda è: perchè?

“La galassia è la sua scacchiera [di Palpatine]. Se avesse perso questa partita, tutto il gioco doveva essere distrutto e buttato. Un nuovo demanio deve quindi essere trovato. I computer qui sono da tempo alla ricerca di un modo di attraversare le tempeste e gli spazi neri. Lentamente, ma sicuramente, stanno mettendo insieme una mappa: un viaggio nel caos.”

Palpatine stava dunque pianificando un elaborato piano di fuga in caso di caduta dell’Impero e la destinazione di questo viaggio era al di là della Galassia conosciuta. Ma era solo un nuovo dominio che Palpatine cercava?

“L’Imperatore era convinto che qualcosa lo aspettava là fuori, qualcosa originato dalla Forza, una presenza oscura formata di malevola sostanza. Ha detto che poteva sentirne le emanazioni, ora che la via era sgombra. L’Imperatore l’ha definito un segnale che,  convenientemente, solo lui poteva sentire. Anche il suo più grande gendarme, Vader, ne sembrava ignaro, e Vader sosteneva di avere padronanza della Forza oscura, no? Rax credeva che Palpatine fosse impazzito.”

Non è dato sapere se sia l’Osservatorio o la Forza a dargli la capacità di percepire questa emanazione. Il viaggio era contemporaneamente una fuga e una ricerca di qualcosa originato direttamente dalla Forza? Una manifestazione diretta del Lato Oscuro.

E se Palpatine sentiva questa presenza, essa era in grado a sua volta si sentire Palpatine?

Tantissimi hanno riconosciuto in questo paragrafo il primo, vero indizio su Snoke e sulla sua origine. Dalla versione romanzata del Risveglio della Forza sappiamo che Snoke è vecchio, anzi vecchissimo! Tanto da aver visto “nascere e morire l’Impero Galattico ”e che è “un umanoide, ma non è un umano”.

Che sia una manifestazione diretta della Forza o un antichissimo Sith, Snoke mostra tutti i segni del tempo e non solo. Ha cicatrici di guerra evidenti, quasi mutilazioni, come se avesse combattuto decine di battaglie.

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Purtroppo è tutto troppo vago per poter fare una qualsiasi ipotesi sensata sull’identità di Snoke.

Probabilmente solo Maz, altro personaggio che evidentemente ha un’età considerevole, ha un’idea di chi sia in realtà.

“L’unica lotta! Contro il Lato Oscuro! Negli anni ho visto il male assumere molte forme: i Sith, l’Impero, oggi è il Primo Ordine; la sua ombra si allunga sulla galassia. Dobbiamo affrontarlo! Combatterlo! Tutti noi.”

Tornando a Empire’s End, molto interessante è la parte di trama ambientata su Jakku.

Rax deve portare a termine il compito datogli da Palpatine e (a grandi linee) consiste nel trivellare Jakku fino ad arrivare quasi fino al centro del pianeta e aiutare Tashu a compiere un rituale con manufatti Sith all’interno dell’Osservatorio.

La trivellazione di Jakku è descritta come la nascita di una sorgente luminosa azzurra tra la nebbia e tra fuochi arancione. Rax descrive ciò vede come una “cosa viva”. Palpatine gli racconta che una volta Jakku era un pianeta rigoglioso, che aveva una vegetazione lussureggiante e ospitava diversi oceani.

I manufatti Sith, come li descrive Rax, sono disposti in uno dei corridoi dell’Osservatorio e sono di vario genere: una maschera rossa, una lancia bianca, una bandiera rossa e un holocron. Questi oggetti vengono tutti indossati dal personaggio di Tashu.

In particolare viene sottolineato l’importanza della maschera (o delle maschere dato che il personaggio di Tashu ne è collezionista) come un manufatto oscuro incastonata di cristalli kyber.

“Le maschere hanno potere”, dice a Kiza, uno degli Accoliti. “Alcune sono indossate nelle tombe. Altre indossate in vita. Questa, come gli altre nella mia collezione, ha raccolto l’oscurità vivente della Forza! Indossala.”

La maschera in questo caso funziona come un amplificatore di potere oscuro. Anche qui ci si può domandare se la maschera di Kylo è davvero semplicemente un modo per emulare Darth Vader o, anche nel suo caso, è usata come amplificatore del Lato Oscuro della Forza?

L’altro manufatto citato, la lancia, non è descritta nei dettagli ma c’è una particolare lancia (Cryo Lance) usata durante la Guerra Civile Galattica che ha delle similitudini con quella di Rey all’inizio di Episodio VII.

Gli Holocron sono oggetti abbastanza noti ai fan di Star Wars e sono dei recipienti di dati, potere, saggezza (solitamente sigillati) e possono essere aperti solo dai force-user, in questo caso del Lato Oscuro.

Tornando alla trama, Rax decide alla fine di provare a far saltare tutto e spinge Tashu (carico di forza oscura) nel cuore della trivellazione, innescando una reazione a catena che oltre a distruggere Jakku, potrebbe portare alla distruzione dell’intera Galassia. Il particolare più importante di tutta questa vicenda è che il lettore scopre che il pianeta Jakku ha un cuore di Kyber.

Dove abbiamo già sentito una cosa simile?  “Le stelle più forti hanno un cuore di Kyber” viene detto in Rogue One.

Jakku sembrerebbe davvero pieno di segreti oscuri.

Ma quello che sappiamo di per certo è che il punto di partenza verso le Regioni Ignote, la via di fuga dell’Imperatore se tutto fosse andato perduto. Su Jakku Palpatine ha fatto costruire l’Osservatorio per trovare rotte sicure e, forse, anche l’origine della Forza.
E su Jakku c’è Rey, sola e abbandonata a sé stessa. La stragrande maggioranza di chi ha visto Episodio VII ha dato per scontato che Rey si stata lasciata lì per qualche motivo dai genitori. Ma se questa teoria non è ancora stata verificata, esiste con altrettanta probabilità la possibilità che Rey sia nata e vissuta su Jakku sin dall’inizio.
I suoi genitori potevano essere in servizio della base imperiale e essere parte del piano di contingenza di Palpatine.

C’è anche l’ipotesi che lo stesso Luke possa essere stato su Jakku nella sua ricerca di “vecchi insegnamenti Jedi”. Nel libro The art of The Force Awakens ci sono dei concept in cui Luke è proprio in un pianeta desertico, e questo potrebbe essere proprio Jakku.

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Un altro personaggio che qui fa la sua prima apparizione è Armitage Hux, a cui viene affidata una banda di piccoli soldati. Il padre, Brendol Hux, ha messo assieme un’ inquietante squadra di ragazzini, super obbedienti e senza nessuno scrupolo. Pare li abbia raccolti su Jakku e li abbia resi così tramite qualche strano procedimento.

(Rax ad Hux) “Il regalo. Vuoi sapere cos’è?. Eccolo, Armitage: tu condurrai questi bambini. Essi ti serviranno. E un giorno tuo padre ti tramanderà i suoi insegnamenti, e imparerai a fare quello che lui ha fatto. Sarà il lavoro della tua vita prendere bambini come questi, selvaggi, e plasmare le loro menti malleabili in qualunque forma che tu richiederai. Essi saranno strumenti a portata di mano. Questo è il mio regalo per te, ragazzo. Un giorno suo padre morirà. Un giorno, presto, temo. E tu prenderai il suo posto. » Si alzò e parlò agli altri bambini. «Ascoltatemi attentamente. Questo ragazzo, Armitage Hux, vi comanda. Farete come decide lui. Darete la vita per lui, se è necessario. Annuite se avete capito. ”

Questo è sicuramente un gruppo candidato a poter essere i futuri Cavalieri di Ren: addestrati, fedeli e senza scrupoli. E’ tutto da vedere perchè c’è un altro gruppo che ha caratteristiche interessanti e sono gli Accoliti dell’Oltre. Un gruppo di sostenitori del Lato Oscuro che compaiono già nel primo libro della trilogia Aftermath. In particolare quest’ultimo capitolo della saga ci dice che Kiza, una di essi, ha una visione nella Forza di lei ed di altri cinque accoliti. In questi sogni ricevono visioni oscure da “Sith sia vivi che morti”…

Alla fine di Empire’s End, quello che rimane dell’Impero con Hux e i soldati bambini partono per le Regioni Ignote. Se supponiamo che i genitori di Rey siano degli Imperiali, potrebbero essere partiti anch’essi, preferendo non portare la figlia per poi non essere più tornati (a differenza del Primo Ordine).

Rax nel libro dice di aver già spedito una imponente nave laggiù: la nave corazzata personale dell’Imperatore e l’avrebbero raggiunta. Era questo che li attendeva? Solo una nave?

Un pianeta conosciuto nelle Regioni Ignote è Ilum, pianeta artico pieno di cristalli Kyber. Viene citato anche da Ahsoka Tano come “il posto più sacro ai Jedi”. Prendere lì i cristalli Kyber per le loro spade laser era un vero e proprio rito di passaggio per un Jedi.
In uno dei suoi ultimi viaggi sul pianeta Ahsoka aveva visto Star Destroyers orbitare intorno al pianeta, segno che l’Impero aveva trovato dove scavare cristalli per alimentare la Morte Nera.
Ci si deve porre il dubbio se l’Impero se ne sia mai andato da lì, soprattutto dopo che Making Star Wars ha detto che un pianeta brullo e ghiacciato sarà mostrato in Episodio VIII.

Possiamo sperare che Rey andrà su Ilum a prendersi il cristallo kyber per la propria spada laser?

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Sono tantissime le domande che ci possiamo porre analizzando bene questa ultima pubblicazione. Altri pezzi del puzzle si stanno aggiundendo a quello che è il nuovo canone di Star Wars. Tutti questi elementi ci stanno davvero svelando qualcosa in più nell’attesa di Episodio VIII?

Quanto è importante Jakku? Perchè è cruciale il fatto che Rey venga proprio da lì? Tutto si concluderà sul pianeta desertico? Dove tutto è iniziato?

(Questo post è una sintesi liberamente tratta e inspirata da questo  https://goo.gl/u1HUxustarwars-hell.tumblr.com)

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Estratti originali:

“It is one of many scattered across the galaxy. All of them are laboratories, in a sense, and all of them look beyond the galaxy’s margins in different directions.” “Palpatine began establishing the observatories before the start of the galactic empire, infusing each with purpose: some were meant to house ancient sith artifacts, others designed to host powerful weapon designs (or the weapons themselves), others still meant as prisons harnessing the life forces of those captured within for a variety of strange purposes”

“This one, the jakku Observatory, has its own function, It is part of the Contingency ”

“Ahead, the hallway opens up into an eight-sided chamber. In the center of it is a same-shaped bank of computer systems—but not systems like the ones found on a Star Destroyer or even the Death Star. No, these are ancient computational mechanisms from an earlier civilization. From precisely when, Rax cannot say. The Old Republic? The fallen Sith Empire? He knows not and he cares little. Their history is irrelevant.”

“Above the computers is the projection of a three-dimensional star chart that matches no known map here in the galaxy. Which makes sense given that it does not chart the known galaxy, does it? For decades, these computers have been plotting a journey. Outside the known galaxy is an unexplored infinity, Palpatine explained, one closed off by a labyrinth of solar storms, rogue magnetospheres, black holes, gravity wells, and things far stranger. Any who tried to conquer that maze did not survive. The ships were obliterated, or returned to the galaxy devoid of travelers. Communications from those explorers were incomprehensible, either shot through with such static as to make the content useless, or filled with enough inane babble to serve as a perfectly clear sign that the explorer had gone utterly mad out there in isolation. But Palpatine had one in the navy who knew something of the Unknown Regions: Admiral Thrawn, an alien with ice-blue skin who came from beyond the borders of the known galaxy. Palpatine only kept that one around because of what he knew of traversing those deadly interstices. Much of what Thrawn knew went into the computations of this machine. “

“The galaxy was his [Palpatine’s] game board. If he lost this game, the game board was to be broken in half and discarded. A new demesne must then be found. The computers here have long been searching for a way through the storms and the black spaces. Slowly, surely, they have been putting together a map: a journey into chaos.”

“The Emperor was convinced that something waited for him out there—some origin of the Force, some dark presence formed of malevolent substance. He said he could feel the waves of it radiating out now that the way was clear. The Emperor called it a signal—conveniently one that only he could hear. Even his greatest enforcer, Vader, seemed oblivious to it, and Vader also claimed mastery over the dark Force, did he not? Rax believed Palpatine had gone mad.”

“Masks have power,” he tells Kiza, one of the Acolytes. “Some are worn in the grave. Others worn in life. This like the others in my collection, has gathered the darkness of the living Force! Wear it.“

“The gift. You want to know about the gift. Here it is, Armitage: You will lead these children. They will serve you. And one day soon your father will pass down his teachings to you, and you will learn to do what he did. It will be your life’s work to take children like these savages and hammer their malleable minds into whatever shape you so require. They will be tools built for the work at hand. That is my gift to you, boy. One day your father will die. One day soon, I fear. And you will take his place.” He stands then and speaks to the other children. “Listen to me closely. This boy, Armitage Hux, commands you. You will do as he decides. You will give your lives for him if you must. Nod if you understand.”

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