Che ne sarà di Finn?

Se Gli ultimi Jedi ci ha regalato più di quanto avremmo potuto immaginare sul fronte Reylo, forse non è stato altrettanto generoso con altri aspetti e in particolare con la contestatissima storyline di Finn.

In una recente intervista, John Boyega ha dichiarato questo:

“Volevo interpretarlo come un po ‘più forte in questo film. Non posso mentire, non mi piace il modo in cui mi stavano pubblicizzando con la spada laser blu [per Il Risveglio della Forza] e poi ad un tratto hanno spostato tutto [su Rey] e io pensavo solo … ‘dannazione!’. Volevo che fosse forte perché Finn, per tenere il passo con Rey, doveva saper fare altre cose, quindi questa è stata un’occasione per svilupparlo e sono stato contento di sapere che anche Rian era d’accordo.”

Fonte (X)

Come ribadito dallo stesso attore, tutti ricordiamo la promozione di Il Risveglio della Forza e di come era stato pubblicizzato come force user con in mano la spada laser di Anakin. Con Gli ultimi Jedi abbiamo avuto la conferma che quella campagna è stata uno specchietto per le allodole che nascondeva la vera novità di questa trilogia: Rey.

Per quanto tutte noi siamo felici del percorso di Rey, che certo non vive all’ombra delle imprese di un uomo, è altrettanto triste come hanno messo un po’ in disparte il ruolo di Finn.

Finn è stato uno degli elementi più rivoluzionari di Il Risveglio della Forza. Pensare ad un assaltatore come co-protagonista è stato un colpo di genio da parte di J.J. Abrams!

Di origine sconosciuta, rapito da bambino e condizionato per omologarsi agli standard del Primo Ordine, Finn ha avuto una crisi di coscienza che lo ha portato a fuggire da quella che era stata la normalità della sua vita. L’incontro con Rey è puramente fortuito ed è coinciso con il suo unico desiderio che possiamo dare per certo: fuggire dal Primo Ordine.

Per Finn è l’unico obiettivo in tutto il primo film e in modo arbitrario, si convince che Rey voglia fare lo stesso. Lei è la sua prima amica e verso Rey prova un desiderio di protezione che forse non aveva mai provato. Ma a Rey questo non interessa minimamente, il suo senso della giustizia preferisce guidarla verso la Resistenza e riportare a casa BB-8. Purtroppo la paura che prova verso il Primo Ordine (e il trauma subito) non ferma Finn dal voler abbandonare Rey, e scappare nell’Orlo Esterno una volta capito che lei non è interessata. Non fraintendete, Finn è in grado di lasciare Rey a cuor leggero perché in quel momento del film, nel castello di Maz, lui crede che sia al sicuro con Han al suo fianco. Tutto cambia con il suo rapimento, che lo porta a salvare l’amica dalle grinfie dell’odiato Primo Ordine. Ma ad Han su Starkiller lo dice chiaramente che non è lì per aiutare la Resistenza: “Sono qui per cercare Rey”

In Gli ultimi Jedi, Finn si risveglia dal coma farmacologico e il primo pensiero che ha è ancora salvare Rey dal Primo Ordine. Quando incontra Rose durante il tentativo andarsene, che lo accusa di codardia, la ragazza non colpisce molto lontano dall’obbiettivo.

Finn in quel momento è ancora spinto da quella specie di egoismo che lo guidato fin dal film precedente. Non è un egoismo dato da una cattiva predisposizione d’animo, questo lo voglio chiarire, ma più dall’aver vissuto una vita condizionata in cui non ha mai potuto prendere una decisione, e che lo porta ora a pensare solo a sé stesso e alla propria sopravvivenza. Rey è anche ora il motivo principale per cui si imbarca nella missione con Rose.

La sua reazione nel casinò è indicativo di come Finn, come Rey, è a digiuno di come si svolga la vita nella Galassia. Ne è subito affascinato e, come chiunque abbia vissuto senza avere nulla di suo, sogna un’esistenza di lussi e abbondanza.

E’ quando Rose nomina il Primo Ordine che per Finn cambia tutto. Il desiderio di fuga che l’ha accompagnato fin dall’inizio si sta sempre più trasformando in una pericolosa forma d’odio personale.

L’addestramento e l’animo da soldato di Finn predomina per tutto il resto de Gli ultimi Jedi. La missione diventa tutto e in primis la distruzione di quelli che gli hanno rovinato la vita, con Phasma in prima linea.

E’ uno scivolone senza fine che porta Finn a dimenticare il lato umano di sé stesso e della lotta a cui sta partecipando. Non gli importa più nulla, tanto da volersi praticamente suicidare nella bocca di un cannone.

Sulla spianata di sale di Crait capiamo qual’è il vero ruolo di Rose in questo film: la rappresentazione dell’umanità di un soldato in una guerra. E in questo caso l’umanità di Finn, completamente distaccata e messa da parte. Rose, un personaggio che molti hanno definito inutile, è quella che regala forse la frase più bella di tutto il film:

“E’ così che vinceremo. Non combattendo ciò che odiamo, ma salvando ciò che amiamo.”

Come Poe, Finn ha imparato nel peggiore dei modi che non è con l’attacco scriteriato e kamikaze che la Resistenza vincerà.

Finn riconquista la sua umanità e probabilmente abbandonerà una volta per tutte il desiderio di fuga che lo ha spinto fin’ora. Ci sono altre ragioni per continuare a combattere, diverse dalla propria egoistica sopravvivenza, e Rose le incarna tutte.

Quando alla fine de Gli ultimi Jedi Finn rimane al fianco di Rose, è come il suo modo concreto di ringraziarla per una lezione che Rey, per ovvi motivi, non gli ha dato.

Sembrano tutte rose e fiori per lui a questo punto, no?

Il suo odio per il Primo Ordine c’è ancora, ma sembra non essere più il motivo della sua vita. Il rappresentante di questo risentimento, Phasma, è stata sconfitta e presumibilmente morta. Rose è destinata ad essere la sua più grande amica, alleata e forse qualcosa di più. Tutto perfetto, no?

Forse troppo per il secondo film di una trilogia.

Questo è il cruccio che mi arrovella da qualche giorno: il percorso di Finn sembra già essere giunto alla conclusione. Tutto quello che poteva avere in sospeso, sembra già essere risolto. Phasma, che poteva essere il suo scontro finale, è già avvenuto. Che cosa ne sarà di Finn nel prossimo film?

Per ovvi motivi la sua storia difficilmente potrà affiancarsi ancora in modo decisivo a quella di Rey, ormai legata indissolubilmente a Kylo Ren. All’interno della Resistenza non ha un ruolo ben preciso. Se immaginiamo che Poe diventerà il capo di essa, anche per l’assenza di Leia, Finn potrebbe diventare il suo secondo. Sopratutto perché non avendo abilità particolari come pilota, difficilmente sostituirà Poe come leader al comando di una pattuglia di X-Wing.

Forse è molto più probabile che il comando della Resistenza passi a Kaydel Connix, interpretata da Billie Lourd figlia di Carrie Fisher, e Poe rimarrebbe il miglior pilota della Resistenza.

Finn sarebbe ancora senza un posto, a meno che non pensino per lui e Rose un ruolo tutto nuovo. Contattare e guidare gli alleati della Resistenza? Trovare nuove navi? Arruolare truppe?

Le altre due strade percorribili per il suo personaggio sono la scoperta delle proprie radici e di nuovo il confronto con il Primo Ordine.

Per quanto possa essere interessante come percorso, credo sia rischioso spingere Finn a cercare i propri genitori nell’ultimo capitolo. Non c’è tempo per trattare un argomento così sensibile, né per introdurlo e né per approfondirlo. (a parte che si sovrapporrebbe troppo con la storia, simile, di Rey)

Se invece il suo percorso lo porterà ancora verso il Primo Ordine, bisognerà capire in che termini.

L’estate scorsa era circolata una teoria per cui Finn si sarebbe infiltrato tra gli assaltatori per instigarne la ribellione o addirittura un’incursione sul pianeta su cui vengono addestrati e condizionati per liberarli. Potrebbe essere ancora un’ipotesi aperta? Disfare il Primo Ordine dall’interno, togliendogli la sua attuale e principale arma?

Anche perché sembra che Base Starkiller fosse il suo equipaggiamento migliore, e essendo già stata distrutta, non ci sono altri obiettivi su cui puntare.

Rimane sempre l’incognita Hux. Se diventasse lui il Leader Supremo, dopo aver scaricato Kylo, potrebbe essere il prossimo Phasma per Finn anche mancando quella componente personale e emotiva che solo il capitano degli assaltatori poteva avere.

Insomma, il futuro di Finn è più incerto che mai.

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